Testo e foto di Gabriele Tinghino

Il viaggio in Islanda in bicicletta in solitaria, come tutte le più grandi cose, nasce semplicemente da un sogno.

Nasce dalla voglia di mettersi in gioco e superare se stessi davanti alla natura cieca e sorda, senza altri aiuti che le proprie forze. La voglia di andare ancora una volta libero, senza la noia degli obblighi, immerso nella natura più selvaggia ed ostile mi ha reso euforico. Assaporare la libertà più assoluta, il primo obbiettivo di questo viaggio.

 

Ora vi racconto la mia esperienza, di come ho preparato il viaggio nell’isola del ghiaccio, di come mi sono preparato io, e come lo potete preparare voi.

I miei materiali di studio per la preparazione del viaggio: il libro Islanda della collana Marco Polo, editore EDT, e il web!

 

 

La genesi

Sei mesi di preparativi con e-mail, ricerche, telefonate e tanto altro. Allenamento fisico e preparazione e tutto ciò che sarebbe servito per affrontare il viaggio in Islanda ed essere in grado di superare qualsiasi ostacolo. Alla fine tutto, e dico tutto, è servito.

L’idea del viaggio in Islanda in bicicletta è nata a dicembre del 2015. Poi man mano ho iniziato a navigare su internet alla ricerca di tracciati, ma non ho trovato nulla. Ho iniziato a segnarmi tutti i punti, a crearmi il percorso nei ritagli di tempo. Non ho tracciato a priori delle tappe perché non potevo sapere quale sarebbe stata l’effettiva difficoltà del percorso: il dislivello era quasi nullo, tutti mi dicevano che la vera insidia sarebbe stata il vento. Pertanto nessuna tappa, ma obbiettivi tanti. Questi mi davano tanta carica. Obiettivi giornalieri che potevano essere waypoint oppure semplici obbiettivi come i chilometri da percorrere o un punto sulla mappa. Sapevo che nel periodo in cui sarei andato la notte era quasi inesistente e pertanto ho pensato che avrei potuto anche pedalare ininterrottamente fin quando non trovavo un riparo in camping o un alloggio di fortuna che fosse.

In effetti qualche volta ho pedalato anche fino alla mezzanotte ma anche se c’era luce le temperature scendevano notevolmente ma con esse calmava il vento e quindi pedalare diventava piacevole.

 

L’altimetria dell’itinerario del viaggio in Islanda, poco dislivello.

Fondamentale è stato scoprire il grado di difficoltà da affrontare per il viaggio in Islanda. E quale miglior modo di scoprirlo se non quello di chiedere a chi ha già vissuto questa esperienza? Nonostante i notevoli e numerosi contatti nessuno riesce però a girarmi un file GPX di un itinerario in Islanda.

Inizio la ricerca tra diversi tour operator. E qualcuno mi risponde così:

Ciao Gabriele,
secondo me pensare di fare un viaggio in Islanda in bicicletta è una pessima idea. Considerando il clima islandese è pressoché sicuro che in qualsiasi mese (anche estivo) troverai comunque dei giorni di brutto tempo, con pioggia vento e freddo che ti faranno amaramente rimpiangere il non essere in macchina (e anche in macchina rimpiangi il fatto di aver speso tanti soldi per poi non vedere nulla causa il brutto tempo). Per lo stesso motivo sconsiglio i camping. Inoltre strutture dove alloggiare a poco prezzo non esistono proprio. Quindi, il mio consiglio è di rinunciare al viaggio, almeno come lo stai pensando ora.

Questa mail, ad essere sincero, dapprima aveva smorzato il mio entusiasmo, ma dopo qualche giorno ho pensato che la sfida andava affrontata comunque cercando di prevedere ogni possibile inconveniente ed essere preparato su tutti i fronti: dalla preparazione fisica a quella psicologica, l’affidabilità della bici, gli attrezzi, l’equipaggiamento, i tracciati e gli obbiettivi. Per mesi ho pensato e ripensato: un misto di emozioni e paura. Provavo ad immaginare un eventuale problema e la relativa soluzione, sebbene con la certezza che l’imprevisto sarebbe stato dietro l’angolo. Non volevo partire sapendo di avere trascurato qualcosa. Acquisto pertanto un libro sull’Islanda e lo divoro: la cultura, la popolazione, il paesaggio, le attrazioni, il clima, i numeri utili, la cartina, il clima, usi e costumi e quant’altro (Islanda – Collana  Marco Polo – Edizione EDT) .

 

 

 

L’itinerario: il periplo dell’isola che ho tracciato per il mio viaggio in Islanda

 

Iniziamo dalla nostra pianificazione del viaggio in Islanda in bicicletta  in solitaria:

Per affrontare un viaggio in bici, anche in compagnia ma soprattutto in solitaria, la preparazione e la pianificazione è fondamentale: bisogna conoscere quali sono i propri limiti, fisici, mentali, pratici, meccanici e limiti di adattabilità climatici, ambientali, culturali e, fondamentale, agli imprevisti.

 

Pianificazione del tracciato

Per prima cosa ho navigato sul web alla ricerca di tutte quelle cose che desideravo i miei occhi vedessero almeno una volta nella mia vita. Nel mio viaggio in Islanda sono voluto andare per le cascate, i fiumi, i geiser, per l’oceano, le balene, i ghiacciai, per gli iceberg, il fuoco dei vulcani ed un famoso relitto di un DC 9 abbandonato su una spiaggia dell’oceano atlantico. Ho impiegato circa un mese del mio tempo libero per collezionare e selezionare tutte le informazioni che mi interessavano.

Successivamente ho scaricato le mappe dell’Islanda da openmtbmap con relative altimetrie.

Dalle foto ho individuato i nomi delle meraviglie e delle attrazioni e le ho riportate segnando i punti (waypoint) su Base Camp Garmin, e da lì ho realizzato il tracciato per poter raggiungere i vari punti. Inizialmente i punti segnati erano tantissimi, quindi ho dovuto fare una selezione di quelli meno raggiungibili in bici, sia per la distanza che per le condizioni meteo perché sarebbe stato oltre che molto difficoltoso, anche molto pericoloso in quanto troppo isolati ed in pieno deserto roccioso o di ghiaccio. Creata la traccia e la difficoltà presunta del viaggio si fa il biglietto per la partenza.

Prevedo 18 giorni di viaggio per 1600 km – che poi alla fine saranno invece 1900 Km.

Biglietto aereo “aperto” modificabile in caso di imprevisti, sia per l’andata che per il ritorno.

 

L’itinerario,  chilometri totali, il dislivelllo totale del viaggio in Islanda di Gabriele Tinghino

Pianificazione difficoltà dell’itinerario e dell’attrezzatura

Bisogna scoprire quali tracciati e quali difficoltà a livello di distanza ed altimetrie siamo abituati a percorrere e, sulla base delle esperienze precedenti, valutare la nostra capacità di ambientazione alle varie condizioni meteorologiche.

Se durante le nostre normali escursioni precedenti non abbiamo mai superato ad esempio i 2000 mt di dislivello positivo (la somma di tutti i dislivelli in salita) bisognerebbe pianificare un viaggio che non superi mai una difficoltà giornaliera superiore a 2000 mt di dislivello, considerando anche il fatto che il carico dei bagagli aumenta lo sforzo fisico. Un viaggio in bici di più giorni mette a dura prova il nostro stato mentale e fisico e pertanto la pianificazione deve tenerne conto, se si vuole portare a termine il viaggio, questi elementi. Esagerare potrebbe farvi anticipare il rientro a casa. Per questo è fondamentale nel creare l’itinerario pianificare attentamente la distanza e l’altimetria e sperli amalgamare con le dovute proporzioni: più lunghezza, meno dislivello e viceversa.

Conoscere il tracciato è fondamentale anche nella scelta del mezzo: il tipo di bici e delle coperture gioca un ruolo fondamentale sulla difficoltà: ruote tassellate e con impronta grande (2,2” in su) per strade asfaltate fanno perdere solo velocità ed energie; al contrario ruote non tassellate (slick) e con impronta stretta su strade sterrate potrebbero crearvi problemi di stabilità o forature. Cercate sempre un giusto compromesso per i fondi stradali che andrete ad affrontare.

Nel viaggio in Islanda avrei dovuto affrontare sia asfalto che sterrati e pertanto la scelta è ricaduta su una bici 29” con copertoni da 2.1” da fuoristrada non troppo pesanti e abbastanza scorrevoli, quindi con tasselli bassi e radi (Scwalbe Racing Ralph sia anteriore che posteriore).

 

 

Preparazione della bici equipaggiata per il viaggio.

Preparazione atletica

Il mio allenamento è rimasto quello di sempre, non ho fatto niente di più di quanto abbia sempre fatto.

Ho mantenuto senza interruzione le mie uscite settimanali, due uscite con una media di 1000/1500 a volte 2000 mt di dislivello ad uscita, e una, due lezioni di spinning a settimana.

In ogni caso contrariamente a quello che si immagina, per fare del cicloturismo non occorre essere dei campioni: allenamento normale. Io ho visto che dopo 2/3 giorni consecutivi di pedalata nel viaggio in Islanda, m anche negli altri viaggi, il corpo reagisce e si abitua allo sforzo e inizia a pompare adrenalina.

Iniziare a pedalare la mattina è dura ma poi man mano vai che è una meraviglia.

Ho avuto qualche problema fisico alle ginocchia. Dolori atroci dopo 5 giorni.

Fasce ed antidolorifici non facevano nulla. Poi mi sono messo in pantaloncini ed ho pedalato con ginocchia scoperte. Il freddo ed il vento hanno alleviato in modo naturale e notevolmente il dolore. Non avevo scelta. Avevo paura di chiamare l’ortopedico, mi avrebbe detto di rientrare.

Qualche altro problema fisico l’ho avuto perché ho bevuto acqua di fiume e questo mi ha causato dissenteria: bruttissimo ma alla fine dopo 2 giorni è passato tutto naturalmente sulle due ruote.

 

Imballaggio e bici pronta per la spedizione in aereo.

 

Condizioni meteorologiche

Il meteo assume un ruolo fondamentale in ogni tipo di sport all’aperto. Immaginate per un viaggio in Islanda in bicicletta e in solitaria… Conoscere le condizioni meteo del luogo che si vuole visitare e la variabilità nel periodo interessato è di vitale importanza. Le temperature, l’umidità, il vento, la variabilità del clima e le ore di luce potrebbero essere un ostacolo e aumentare il livello di difficoltà in modo esponenziale. E’ indispensabile conoscere per potere prevedere così da non farsi trovare impreparati di fronte a qualsiasi condizione climatica si possa incontrare.

Dal clima che affronteremo dipenderà anche il peso del nostro equipaggiamento. Peso che influisce sullo sforzo fisico e sulla stabilità della bici. Pertanto bisogna valutare bene cosa portare, sempre tenendo in considerazione che caricarsi in bici troppo o “tutto” potrebbe aumentare il grado di difficoltà. Sul clima islandese ho letto tantissimo ed ero consapevole che la battaglia sarebbe stata contro il vento, raffiche di vento e pioggia; non in maniera particolare sulle basse temperature. Da evitare assolutamente “l’effetto vela” dei bagagli, scegliendo qualcosa che renda il più aerodinamico possibile il mezzo. Pertanto la scelta si è basata su un equipaggiamento non troppo pesante ma impermeabile e che in condizioni particolari avrebbero potuto anche proteggermi dal freddo indossando più maglie termiche.

Pedalare con raffiche di vento e pioggia è stata un’esperienza unica: non ero quasi mai bagnato perché l’effetto combinato di pioggia e vento faceva in modo che stessi sempre asciutto! Equipaggiamento tecnico di altissima qualità permette di avere una protezione dalla pioggia ma contemporaneamente espellere il sudore fuori. Essere protetti dalla pioggia e sudare dentro non è il massimo, le discese e il vento potrebbero farti letteralmente gelare.

 

Anche se le condizioni climatiche in Islanda sono molto difficili, in estate qualche bella giornata si incontra, ed è paradiso!

 

 

Pericoli del viaggio in Islanda

 Il pericolo maggiore è stato affrontare le raffiche di vento frontali e laterali. Quelle laterali mi buttavano molte volte verso la corsia centrale con rischi elevati. Altre volte al passare di mezzi pesanti il vento andava via per poi scaraventarmi sulla strada. È stata una vera battaglia quella contro il vento. Vento che però nella parte est dell’Islanda  è stato più clemente e nella parte  nord alcune volte a favore. I primi 2 giorni sono stati I più terribili. Raffiche di vento, pioggia e nebbia.

Chi si prepara ad un viaggio in Islanda in bicicletta deve mettere in conto che deve lottare contro il vento, pedalare anche in discesa e ad ogni camion o auto che ti sorpassa è un incubo, soprattutto quando il vento è laterale: appena passa il camion ti manca il vento per 1 secondo e poi arriva e ti proietta a terra.

Il primo giorno mi sono perso perché ho sbagliato a seguire il tracciato con il Garmin 800 (che sconsiglio a chiunque). Poi con la traccia caricata sul telefono ho ripreso il percorso. Mi sono ritrovato in un deserto di lava con odori di zolfo e vento, pioggia e nebbia. Insomma non è stato un bel benvenuto. Quindi, utilizzate un buon attrezzo GPS ed evitate quelli sportivi.

 

Preparazione mentale e pratica.

Quello che purtroppo si trascura è la preparazione mentale al viaggio in bici. La prima cosa che cede alle difficoltà e agli imprevisti è la mente, non il corpo. La prima cosa da fare è non sottovalutare nulla. Un po’ di paura non fa male e aiuta a prevedere l’imprevisto… anche se serve una sana dose di follia. Pensare, pensare e leggere. Leggere, e per ogni difficoltà presunta creare una soluzione mentale o pratica.

Conoscere l’imprevisto è vitale. Qualcuno direbbe: ma allora non è un imprevisto. Vero: in un viaggio perfetto non ci sono imprevisti! E se mai dovessero esserci, ci affidiamo alla nostra capacità di adattamento e di soluzione. Senza una giusta preparazione meglio rimanere a casa. Capita spesso di dover affrontare delle difficoltà che non hanno una soluzione.

In Islanda ad esempio, “l’imprevisto previsto” è stato pedalare controvento per giorni interi o pedalare con raffiche di vento laterali che rischiavano di buttarmi al centro della corsia o fuori strada, pedalare con la nebbia fittissima..etc.. Ero sicuro che avevo preso tutte le precauzioni, dalle luci ai bagagli. Mi sono detto spesso che quello che era nelle mie possibilità di previsione lo avevo fatto. Conoscere a volte è sufficiente a darti la forza di andare avanti e superare l’ostacolo.

 

Strade nel nulla e deserte, freddo, pioggia e vento: “aspettatevi l’inaspettato”.

 

Ma a quali cose bisogna pensare?

  1. Bisogna pensare all’equipaggiamento perfetto ed all’equipaggiamento di emergenza ed a cosa portare per la propria sicurezza ed incolumità come ad esempio un fischietto, un coltellino, un accendino, un telo termico etc..
  2.  Pensare alla riparazione della bici. Portare tutti gli attrezzi per la riparazione della bici ed essere soprattutto in grado di riparare qualsiasi cosa autonomamente. Se avete una bici con freni idraulici e non sapete ripararli meglio una bici con freni a pattini. Se avete una bici con copertoni toubless e non siete in grado di smontare le valvole meglio una bici con camera d’aria, etc.. Per la catena è diverso: non si può fare a meno della catena. Imparate a riparla prima del viaggio perché è fondamentale.
  3. La bici. Ognuno dovrebbe portare la propria bici perché è quella che si conosce ed è quella più adatta noi. Qualsiasi irregolarità sul mezzo sarà pagata a caro prezzo sia dal punto di vista fisico che mentale e meccanico. Non partire mai con la bici appena riparata o con componenti nuovi e senza averla mai provata. Prima della partenza affrontare un piccolo viaggio o un tracciato con delle difficoltà simili a quelle che pensate di affrontare e con la bici carica e nelle stesse condizioni meccaniche.
  4. Evitate di portare Zaini o carichi sulle spalle perché appesantiscono il viaggio. Nella cultura del ciclo viaggiatore meglio un portapacchi montato dietro la bici e viaggiare più comodi.
  5. Gli integratori alimentari ed ai medicinali per affrontare malanni. Nei miei viaggi porto sempre qualcosa per contrastare diarrea, vomito, dolori muscolari ed antinfiammatori; creme per la protezione solare e dei glutei, spray per la sinusite, cortisone e qualcosa per abbassare la febbre. Ognuno dovrebbe conoscere bene il proprio corpo e portare con sé tutto il necessario. I farmaci non pesano tantissimo e non vale la pena trascurare la loro importanza. Badate bene però a tenerli in contenitori che non ne alterano le proprietà.
  6. Vestiario per la notte e di emergenza. Qualcosa per poterli lavare e per la nostra igiene personale. Spazzolino, dentifricio senza esagerare nelle quantità e nei volumi. Qualsiasi eccesso nel peso sarà un ostacolo alla buona riuscita del viaggio soprattutto se non necessario.
  7. GPS con protezione stagna, telefono e cartina plastificata: portare sempre con se il proprio telefono ed il GPS. Il tracciato del viaggio va caricato sul proprio GPS e sul proprio telefono. Il GPS dovrebbe essere con le batterie tradizionali per evitare di rimanerne senza in mancanza di corrente. Capita spesso di doversi fermare e dormire in tenda e non avere punti di allaccio per la ricarica. Rimanere senza GPS è da evitare assolutamente. Sul dispositivo GPS avete la traccia e le altimetrie e riuscirete a prevedere le salite e la difficoltà del percorso rimanente. Ma bisogna anche prevedere una carica di riserva. Un powerbank, un accumulatore in grado di darvi comunque una autonomia sufficiente per almeno 2 giorni. In Islanda ho portato un accumulatore in grado di dare autonomia al GPS ed al telefono per 3 giorni consecutivi.
  8. Soluzioni di emergenza quali mezzi di trasporto alternativi, alloggi alternativi e soluzioni che in caso di problemi fisici, mentali e di resa possono aiutarvi a riportarvi a casa soprattutto, se siete da soli.

 

Il viaggio in Islanda in solitaria è pieno di momenti di riflessione…

Incidenti e malori

Prevedere e pensare a tutto vuol dire pensare però anche al peggio. E’ fondamentale prima della partenza avvisare amici e parenti sul viaggio che volete affrontare. Lasciare la traccia in formati leggibili a qualche amico ed avvisare sempre l’ambasciata del paese dove andrete.

Scaricare sul telefono delle app indispensabili in caso di incidenti e malori. In base al paese scegliate come poter fronteggiare le emergenze di questo tipo soprattutto se siete da soli. Dotarsi eventualmente di un localizzatore GPS che vi permette di inviare messaggi ed essere facilmente individuabili.

Lasciate sempre il telefono con numeri ICE a portata di mano.

 

Assicurazione

Prima di ogni viaggio è indispensabile avere una assicurazione (ad esempio Totalsport) che copre qualsiasi infortunio durante le attività sportive, o per operazioni chirurgiche importanti.: queste assicurazioni proteggono e fanno fronte a qualsiasi imprevisto.

Con l’assistenza medica internazionale 24 ore su 24, non importa in quale parte del mondo ti trovi o che ora sia, avrai sempre un professionista a tua disposizione e fino a € 200.000 di spese mediche di base, questa somma è ampliabile secondo le tue necessità. Sono incluse tutte le prove mediche prescritte (risonanza, TAC, ecografie, ecc.), rimpatrio o trasporto sanitario, Insomma, il ritorno a casa è garantito, con copertura per l’assicurato principale e fino a due compagni di viaggio pagati!

 

Bene. Se avete pensato a tutto questo ci sarà una cosa che nessuno probabilmente vi ha mai detto: riceverete incoraggiamenti da tutte le persone che incontrerete! Dai passanti agli automobilisti e dagli amici. Questo inciderà positivamente sullo stato d’animo soprattutto se sarete da soli come il viaggio che ho affrontato in Islanda e che vi racconterò nella II Parte!

 

Natura libera di esprimersi…

 

 

LISTA EQUIPAGGIAMENTO

La lista delle cose che mi sono portato appresso

3 maglie termiche

1 Pantaloncini mtb

1 intimo con fondello

1 pantalone lungo con fondello

1 calzamaglia termica

3 paia calze termiche

1 Intimo per la notte

2 Magliettine mtb manica corta

Giacca smanicata leggera antivento

1 pantalone impermeabile lungo

1 giacca impermeabile lungo

1 fascia per occhi (notte)

1 coppia di tappi per orecchie

1 bandana Buff griffata Coast2Coast

1 giubbotto traspirante per mtb

1 giubbotto termico/impermeabile per viaggio e sera

1 pantalone per viaggio e sera.

1 pantalone

Spazzolino e dentifricio da viaggio

Ciabatte plastica

Casco

Occhiali con lenti intercambiabili

Occhiali  antipioggia protettivi avvolgenti

Guanti pesanti

2 Fasce per dolori ginocchia

Cuffie per musica

Power bank da 46.000 ma

Cavetti vari ed adattatori

1 torcia per mtb

2 segnalatore piccoli a led

Batterie stilo

Batterie a bottone

Fascia cardio e batterie di ricambio

GPS Garmin 800

Smartphone e custodia stagna

Attacco manubrio per smartphone

Coltellino multiuso

Accendino

Fischietto

Telo termico di emergenza

Salviette umidificate

Sapone.

Accappatoio microfibra

Asciugamano piccola microfibra

Crema solare

Nivea crema

Antinfiammatori

Sali minerali

Bustine di zucchero

Cortisone

Spray per sinusite

Vari medicinali personali

2 falsa maglia per catena

1camera d’aria

1 bomboletta ripara e gonfia

Pompa

Valvola per cerchio tubelles

Chiave per valvola tubelles

Kit riparazione

2 rotoli nastro isolante

20 fascette lunghe da elettricista

Kit chiavi esagonali e smagliacatene

Go pro.

Macchina fotografica

2 Caricabatterie

Olio per catena

Spazzolino per pulizia catena

3 mt spago robusto

Sacco a pelo.

Cuscino gonfiabile

Copertura impermeabile per borse bike

Borsa anteriore bike

Libro Islanda

Cartina Islanda impermeabile

Penna

Telefonino di riserva piccolo

Schede SD varie

1 Pen Drive.

Portapacchi con catarifrangente

Scarponcino trekking con attacchi pedali

Copriscarpa impermeabili

Bancomat

Carta credito

Carta identità

Patente

8 thoughts on “Viaggio in Islanda in bicicletta. PRIMA PARTE: come preparare un viaggio in solitaria in una terra ostile.”
  1. Avatar Francesco

    Grande articolo da leggere e meditare! complimenti vivissimi per il grande spirito d’avventura e la saggezza dimostrata nell’organizzare il viaggio nei sui dettagli!

    • Avatar Gabriele Tinghino

      Ciao Francesco. Ti ringrazio per i complimenti. Il viaggio é frurto di un sogno ed é stato portato avanti per ottenere la soddisfazione più grande. Programmare e pianificare è fondamentale su tantissime attività ed i buoni risultati dipendono spesso da una buona preparazione. Spero poter trasmettere a tanti ciclisti la voglia di viaggiare per conoscere il mondo, le proprie potenzialita e soprattutto se stessi. Ciao e grazie ancora.

  2. Avatar SCALIA RICCARDO

    Ciao Fabio , ci conosciamo da tanto tempo , e non mi stupisce affatto la Tua precisione e minuziosità nell’affrontare ogni viaggio .
    Esperienze sempre più difficili , ma portate a termine con gran successo.
    Questa è la Tua natura in tutto ciò che fai ( viaggi , lavoro ,o vita privata )
    COMPLIMENTI

  3. Avatar carmelo

    complimenti!!! per la bici se io usassi una b-twin rickrider 520?? può andar bene? sarebbe nuova e a fine viaggio conto di buttarla o venderla, perché ho girato mille forum ma nn essendo intenditore di bici non si scegliere la bici giusta stando dentro un budget di 350 euro!!!!! mi puoi aiutare? grazie!!! (biglietti, mappe… tt già organizzato)!

    • alessandro tedesco alessandro tedesco

      CIao Carmelo, io andrei su qualcosa di un po’ più affidabile, non che la RockRider 520 non possa esserlo, però la componentistica è proprio basic!
      Prova a cercare qualcosa di usato, anche una 26″ che si trovano a precci stracciati.
      Vai sul “mercatino mtb forum” e cerca qualcosa che può rientrare nel tuo budget.
      Facci sapere
      A presto
      Alessandro

  4. Avatar Gabriele Tinghino

    Ciao Carmelo, partirei innanzitutto da alcune informazioni basilari e poi passerei al tipo di bici da usare.
    1) hai mai fatto viaggi in totale autonomia ?
    2) hai tenda ed ecquipaggiamento..borsoni , portapacchi..etc..
    3) hai un GPS affidabile ?
    4) conosci L’inglese ?
    In che periodo vorresti andare e quanti giorni hai a disposizione

  5. Avatar Gabriele

    Per chi pensa che un viaggio del genere sia fuori dalla propria portata, consiglio di leggere ” Il peggior viaggio del mondo…”, di Apsley Cherry Garrand…e tutto il resto vi sembrerà nettamente più facile…

    • alessandro tedesco alessandro tedesco

      GREAT

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