Coast2Coast Bike Tour https://www.coast2coast.it Wed, 05 Jun 2019 07:55:50 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.4.1 Itinerario mtb in Sicilia: la Scala dei Turchi. https://www.coast2coast.it/itinerario-mtb-in-sicilia-scala-dei-turchi/ https://www.coast2coast.it/itinerario-mtb-in-sicilia-scala-dei-turchi/#respond Mon, 15 Jan 2018 18:54:35 +0000 https://www.coast2coast.it/?p=5747 Un […]

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Un itinerario mtb in Sicilia che ci permette di visitare la famosa Scala dei Turchi, sito del Patrimonio Unesco.

 

Abbiamo voluto pubblicare questo itinerario per proporre qualcosa di alternativo alla montagna, una valida proposta che si può praticare anche in questo periodo così freddo.

 

La Mappa degli itinerari MTB in Sicilia, in particolare il percorso in MTB per la Scala dei Turchi.

 

Un itinerario molto suggestivo tra asfalto secondario e sterrate di campagna, compresa una ferrovia dismessa che vi porterà dal porto turistico di Agrigento, San Leone, a Siculiana Marina – un piccolo borgo marinaro -, con il passaggio dalla splendida e famosa Scala dei Turchi e il suo paesaggio lunare. È anche un percorso che passa dai luoghi dei romanzi di Andrea Camilleri e del suo Commissario Montalbano. La partenza è al porto turistico di San Leone per passare poi in contrada Maddalusa, che prende il nome dalla vicina Necropoli Montelusa (di epoca greca del VI secolo a.C.); nome, quello di Montelusa, preso in prestito da Camilleri e che nella realtà corrisponde ad Agrigento. Poi ci sono Vigata (Porto Empedocle), la Scala dei Turchi, Siculiana, Realmonte

 

Sulla “marna”, la pietra bianca della Scala dei Turchi. . NB: Questa foto è stata scattata nel 2010 per un photoshooting, non è assolutamente possibile andare in bici sulla marna. Sarebbe auspicabile vietarlo ai bagnanti che indossano le scarpe, se non ai bagnanti…

 

La Scala dei Turchi é un tratto di costa – a pochi passi dalla Valle dei Templi -, a picco sul mare, tra Realmonte e Porto Empedocle, si  costituita di marna, una roccia sedimentaria di natura calcarea e argillosa, che si erge a scala, con un caratteristico colore bianco puro: Il suo nome si deve alla leggenda secondo cui i Turchi si arrampicavano lungo le stratificazioni di questa falesia naturale
per aggredire il territorio di Realmonte.
I “turchi” o “saraceni”, secondo la leggenda, ormeggiavano le loro navi nelle acque della Scala che rappresentava un ottimo approdo. Da lì si arrampicavano tra le insenature della scogliera, ne raggiungevano la cima e saccheggiavano i villaggi vicini. Si racconta che i turchi terminarono le loro incursioni nella Scala dopo essersi scontrati con la popolazione dell’attuale Porto Empedocle dove questi ultimi ebbero la meglio. Questo sito è oggi inserito nell’elenco dei Patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO ed è sempre stato votato tra “I Luoghi del cuore” del censimento biennale promosso dal Fondo per l’ambiente italiano per segnalare i luoghi più amati, tra quelli da salvare o valorizzare dell’intera penisola, si è arricchito recentemente di un belvedere mozzafiato.
La Scala dei Turchi, oltre che per il suo incantevole paesaggio, è divenuta popolare anche grazie ai romanzi di Andrea Camilleri, con protagonista il commissario Montalbano. Le storie e le riproduzioni televisive sono infatti ambientate nel paese di Vigata, l’immaginario paese del noto commissario, che corrisponde nella realtà al paese di Porto Empedocle.

 

Dalla Scala dei Turchi si procede lungo la costa verso il paese di Siculiana.

Dopo avere attraversato la Scala dei Turchi, tra sterrati e asfalti secondari ci si immerge nella campagna agrigentina, con coltivazioni di uva, alberi di ulivi e antichi resti di masserie. Una zona tranquilla dove si pedala in modo rilassato anche perché non ci sono grosse pendenze. Una rapida visita al paese di Siculiana per poi, attraverso una sterrata, raggiungere il borgo marinaro di Siculiana e fermarsi al bar per un gelato. Si riparte per prendere il sedime dell’antica ferrovia dismessa, che una volta andava da Agrigento a Castelvetrano e che ben presto arriva al paese di Realmonte. Da qui a Scala dei Turchi il tratto è brevissimo e poi pedalando sulla battigia arriverete alla città di Porto Empedocle. Al porto potrete fermarvi nel bar pasticceria per gustare un ottimo cannolo di ricotta o una granita al limone con brioche e poi proseguire fino al punto di inizio del romanzo…

 

La traccia dell’itinerario da San Leone alla Scala dei Turchi

 

Uno dei 53 itinerari  estratti dal LIBRO MOUNTAIN BIKE IN SICILIA
Nel libro Mountain Bike in Sicilia oltre a tutti gli altri dettagli e approfondimenti troverete un codice con cui dal sito dell’editore Versante Sud potrete scaricare tutte le tracce GPS degli itinerari.

 

Enjoy and Ride!

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Consigli per Viaggiare in Bici Elettrica in Condizioni Estreme. https://www.coast2coast.it/viaggiare-in-bici-elettrica-in-condizioni-estreme/ https://www.coast2coast.it/viaggiare-in-bici-elettrica-in-condizioni-estreme/#comments Wed, 30 Aug 2017 12:55:37 +0000 https://www.coast2coast.it/?p=5684 Ho […]

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Ho ricevuto una email da parte di un lettore il quale, letto il mio servizio sulla Coast2Coast Tunisia, ha opportunamente pensato di pormi alcune domande su come viaggiare in bici elettrica in situazioni estreme.

 

Devo premettere che la bici elettrica, o meglio la mountain bike elettrica, l’ho usata in diversi contesti e non solo quelli desertici, da condizioni estreme come l’hammada (il deserto di pietra) e il Sahara (sabbia) fino ai viaggi in Sicilia tra fuoristrada e sterrate sotto la pioggia torrenziale e il caldo infernale. Non ultimo, l’utilizzo urbano: col bel tempo, anche d’inverno uso la mia ebike per i tragitti casa-città e per girare in libertà da ufficio in ufficio! Insomma, la mia ebike ne ha viste e ne vede di tutti i colori!

Certamente se nel contesto urbano l’uso della bicicletta elettrica non desta alcun particolare problema, se non il prestare estrema attenzione agli automobilisti e all’autonomia (magari portandosi appresso il ricaricatore per la batteria se si fanno tanti chilometri), non lo stesso di può dire delle situazioni che il lettore ha richiamato nelle sue domande. Questioni che mi sono sembrate di interesse comune, almeno per chi abbia intenzione di viaggiare in bici elettrica, e pertanto meritevoli di una risposta pubblica e che vi saranno spero utili.

 

Procediamo con le domande:

 

  1. Dal punto di vista meccanico la sabbia ha causato delle conseguenze durante e dopo il viaggio? All’interno dei carter della mountain bike elettrica ha trovato sabbia?

Con la sabbia non ho avuto alcun problema. E’ ovvio che la bici elettrica va pulita alla fine dell’escursione come ogni altra bicicletta, con particolare attenzione a tutta la componentistica. La sabbia, è risaputo, non è un’amica della meccanica dei nostri mezzi a due ruote, quindi è opportuno munirsi di spazzole e pennelli per potere ripulire efficacemente la meccanica. L’ideale sarebbe avere un piccolo compressore per togliere ogni residuo di sabbia dovunque si sia infiltrato, ma questo lo si può fare comodamente al ritorno a casa. Durante il viaggio fate particolare attenzione ai contatti che sono tra il display e la base di alloggio sul manubrio ed anche ai contatti della batteria: sarebbe utili pulirli tutti al termine dell’escursione col pennellino. Se notate che sono particolarmente sporchi usate l’alcol con una pezzetta per occhiali.

 

 

  1. Ha calcolato mediamente quanti chilometri è riuscito a fare con le batterie prima di ricaricarle?

 Bisogna sottolineare che le mie bici elettriche l’ho utilizzate sempre in condizioni estreme: deserto, caldo, vento e fondo molto sconnesso e pertanto “stressando” in maniera pesante il sistema elettrico e consumando la batteria in modo più che proporzionale ai normali standard. Ciò detto, viaggiare in bici elettrica è diverso che con la bici tradizionale, ovviamente, e ho alternato l’utilizzo della pedalata assistita alla pedalata senza assistenza e in quelle tappe in cui sono riuscito ad utilizzare prevalentemente la modalità ECO sono riuscito a percorrere tranquillamente i 70 chilometri. Altra storia quando il fondo o le pendenze mi imponevano di usare modalità di assistenza più performanti quali la TOUR o la SPORT che utilizzano una più alta percentuale di energia della batteria e quindi un consumo decisamente più veloce della carica della batteria elettrica. Diciamo che con un utilizzo misto delle modalità di assistenza, sempre con più alta percentuale di uso della modalità ECO, con una pedalata rotonda, senza utilizzare al massimo l’assistenza nelle singole modalità e in condizioni non estreme ho percorso con una batteria completamente carica alla partenza circa 50 kilometri.

 

Chi spinge sulla sabbia del Sahara, Franco pedalerà…

 

  1. Sulla sabbia che potenza aveva settato per avere un buon compromesso tra spinta e consumo?

Premetto che sulla sabbia è quasi impossibile procedere, nel mio caso si può parlare di “fondo sabbioso” dove uno strato di pietra è coperto da sabbia o banchi di sabbia a tratti. Ebbene, su questi percorsi la modalità di assistenza settata era TOUR. Ricordo che io ho usato per viaggiare in bici elettrica tutte bici con motore BOSCH, che sapete è dotato di 4 modalità: ECO, TOUR, SPORT e SPEED. La modalità TOUR è un giusto compromesso tra potenza e consumo. Il resto lo devono mettere le gambe e le capacità tecniche. Ho attraversato dei banchi di sabbia e delle “piste sabbiose” nel deserto, utilizzando la modalità SPORT, ma ve lo sconsiglio, la batteria si consuma in maniera velocissima poiché il sensore di sforzo utilizza tutta l’energia possibile e vi ritroverete in poco tempo von la “tacca in rosso”, in riserva!

  1. Come si è organizzato per le ricariche delle batterie, aveva più carica batterie o solo uno?

Nei miei Tour solitamente porto un’altra batteria che opportunamente tengo sempre carica. Nel caso della tour Coast2Coast Tunisia tenevo la batteria di scorta nel fuoristrada d’appoggio, ma si può prevedere tranquillamente di portarla con sé nel portapacchi della bici come ho fatto in Marocco.

 

  1. Secondo lei è possibile attaccare il caricabatterie all’inverter di una fuoristrada oppure l’assorbimento è troppo alto?

Utilizzare l’inverter è possibile ma temo che il tempo di ricarica sia un po’ troppo lungo per caricare una batteria standard tipo 36V per 15a da ebike. Fate attenzione alla corrente alternata dei generatori non è “pulita” e le batterie al litio sono alquanto schizzinose e si rifiutano di collaborare: durante un soggiorno in una Gite d’Etape in Marocco le nostre batterie collegate alla rete elettrica alimentata dal generatore non davano alcun segno di vita! L’indomani mattina in albergo tutto è però tornato nella norma. Quindi, attenzione alle fonti di energia per la ricarica!

 

Nel cono del vulcano ETNA

 

  1. Nei prossimi viaggi, che accorgimenti in più o in meno prenderà?

Il prossimo viaggio che farò con una bici elettrica sarà in Senegal, e ancora la mountain bike elettrica di cui disporrò è top secret! Di accorgimenti particolari nessuno se non i soliti. Credo che anche questa volta chiederò all’azienda che mi fornirà la Test-Bike di inserire una batteria di scorta. Inoltre farò molta attenzione a rami, erba e fango: se riescono a bloccare la meccanica non ci se ne rende conto subito e con la pedalata assistita si corre il rischio di macinare tutta la componentistica! Un altro accorgimento è di montare copertoni resistenti: il peso della mountain bike elettrica porta spesso a stressare le gomme e forare facilmente. Quindi, occhio!

 

  1. C’è compatibilità con chi ha l’e-bike e chi ha solo la propulsione muscolare?

Bé, questo è proprio il bello della ebike! Puoi fare tutto e di più, ma anche meno o lo stesso. Dipende solo dalle tue capacità, dalla volontà e dalle condizioni. Insomma, se vuoi stare avanti, e le tue gambe te lo permettono, puoi farlo con la pedalata assistita, tenendo sempre sotto controllo l’energia residua; se vuoi pedalare insieme ai tuoi compagni, usi una modalità a bassa assistenza e procedi pari passo; se poi non vuoi usare la pedalata assistita vai pure in maniera tradizionale e se sei in salita faticherai un po’ più, per via del peso maggiore del mezzo, ma in pianura o discesa vai tranquillo.

Viaggiare in bici elettrica significa avere solo qualche opportunità in più, non certo handicap nei confronti dei tuoi compagni con la bici tradizionale con cui si può tranquillamente stare in gruppo integrati. L’unico problema l’ho incontrato laddove si doveva procedere con la bici in spalla, o al passo, cosa alquanto difficile e “pesante” con la ebike! Per il resto, ebike è puro divertimento!

 

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Itinerario mtb in Sicilia: la Marathon dei Nebrodi. https://www.coast2coast.it/itinerario-mtb-sicilia/ https://www.coast2coast.it/itinerario-mtb-sicilia/#respond Sun, 02 Jul 2017 22:18:19 +0000 https://www.coast2coast.it/?p=5656 Un […]

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Un itinerario mtb in Sicilia sui Nebrodi inedito, quello della Marathon dei Nebrodi, tracciato da due amici appassionati di mountain bike e del loro territorio.

 

La Marathon dei Nebrodi uno dei 53 itinerari del libro Mountain Bike in Sicilia

Pubbliciamo questo Itinerario in MTB perchè siamo ormai prossimi alla terza edizione di questo evento che si tiene nello spettacolare scenario del Parco dei Nebrodi.

Il 9 Luglio parte parte la Marathon dei Nebrodi con partenza e arrivo al paese di Cesarò.

Sovente le gare di mountain bike sono il miglior modo per fare conoscenza di un territorio, di luoghi che altrimenti sarebbe impossibile esplorare o quantomeno arduo poterne saggiare le peculiarità, le particolarità. Così, per l’escursionista, la partecipazione alla “giostra” competitiva si svela come un’opportunità per conoscere. La Marathon dei Nebrodi è uno di quegli eventi che non bisogna lasciarsi sfuggire, che permette di immergersi nel Parco dei Nebrodi e farne un’intensa esperienza. Come spesso succede anche la Marathon dei Nebrodi nasce dalla passione di due amici e da una amministrazione pubblica, il Comune di Cesarò, che ha creduto nella loro iniziativa. Si è iniziato nel 2014, con lo studio di un percorso che potesse superare i 65 Km e avere le caratteristiche tecniche di un tracciato completo e vario nel suo insieme. E i due ci sono riusciti.

 

La mappa dell’itinerario della Marathon dei Nebrodi e i way point dell’altimetria.

 

Il territorio in cui si dipana l’intero itinerario mtb  è quello del Parco Regionale dei Nebrodi, catena montuosa che insieme ai Monti Peloritani a est e alle Madonie a ovest costituisce la prosecuzione dell’Appenino peninsulare. Gli elementi che più caratterizzano il paesaggio dei Nebrodi sono l’asimmetria dei vari versanti e la dolcezza dei rilievi, dovuta alla presenza di rocce argillose e arenarie di formazione terziaria, la ricchissima vegetazione ad alto fusto e gli ambienti umidi.

L’altimetria della Marathon dei Nebrodi

Il percorso della Marathon si insinua per 67 chilometri nel cuore del Parco toccando col suo G.P.M. la vetta più alta di questa catena montuosa (Monte Soro 1847 s.l.m.), costeggiando due tra i più bei laghi di Sicilia (lago Biviere di Cesarò e lago Maulazzo) e percorrendo chilometri e chilometri di tracciato, dal fondo a tratti argilloso e a volte arenario, che nei periodi più piovosi dell’anno lascia spazio a zone fangose (“le fangaie”) e nei mesi più freddi ricoperto di neve, immerso nei fitti boschi di quercia e faggio e verdi distese di prato, che poco hanno da invidiare ai paesaggi alpini. E tra la rigogliosa flora, fatta per lo più da querce e faggi, farete l’incontro (poco prima dello scollinamento di Monte Soro al Km 26,8 ) con l’Acerone di Monte Soro, l’acero alto 24 metri, con un diametro del tronco di 9,30 e un’età stimata di 500 anni, e il Tasso del Biviere di Cesarò, la conifera conosciuta anche come “albero della morte”, anche lei con la veneranda età di 500 anni.

E tra i boschi spesso vi troverete in compagnia dei suini neri dei Nebrodi, che vivono allo stato brado e che vi ritroverete poi cucinati sul desco… I cavalli “Sanfratelliani” e i grifoni, da poco reintrodotti, che completano un ecosistema davvero eccezionale.

Uno dei 53 itinerari  estratti dal LIBRO MOUNTAIN BIKE IN SICILIA
Nel libro Mountain Bike in Sicilia oltre a tutti gli altri dettagli e approfondimenti troverete un codice con cui dal sito dell’editore Versante Sud potrete scaricare tutte le tracce GPS degli itinerari.

 

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MTB Elettrica 2018: la tendenza all’Eurobike Media Days https://www.coast2coast.it/mtb-elettrica-2018/ https://www.coast2coast.it/mtb-elettrica-2018/#respond Sat, 01 Jul 2017 21:53:42 +0000 https://www.coast2coast.it/?p=5650 Le […]

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Le ultime tendenze per la MTB Elettrica si sono viste dal 27 al 29 Giugno a Kronplatz, sulle Dolomiti italiane per l’Eurobike Media Days.

L’EUROBIKE MEDIA DAYS è arrivato al terzo appuntamentoe in una nuova location ben consolidata, quella di Brunico, Kronplatz, nelle splendide Dolomiti dell’Alto Adige.
I produttori di biciclette e soprattutto di mountain bike hanno potuto mettere a disposizione dei giornalisti tester proveninti da tutto il mondo le anteprime 2018 in un’atmosfera esclusiva e soleggiata. Il format all’aria aperta nello scenario fantastico delle montagne Patrimonio UNESCO dell’Umanità, di  ha riunito 210 rappresentanti di media selezionati proveniente da 20  nazioni con 24 marche di bici internazionali.

Questa manifestazione offre agli espositori e ai media e ai portali mediatici di tutto il mondo un evento complementare alla fiera Eurobike per mostrare, sentire e testare le innovazioni in una vera e propria ambientazione naturale per la bicicletta.

Per i tester erano disponibili diversi percorsi di prova per Biciclette sia MTB che Road.

Come al solito la parte del leone l’hanno fatta le bici elettriche e in particolare la MTB Elettrica; ogni azienda aveva almeno una novità, chi invece anche tutta la nuova serie di mtb elettrica 2018!

La Fantic ha presentato  la mtb elettrica da enduro XF1 e la XF1 Race. Lo stesso telaio è montato con sospensioni con escursioni da 160mm per la XF1 e da 180 mm per la XF1 Race.

La KTM ha presentato la Macina Kapoho che utilizza il Power Tube il quale permette l’integrazione della batteria con il telaio anche per Bosch.

In breve la stragrande maggioranza delle aziende presenta le proprie mountain bike elettriche con la batteria integrata al telaio. Come già avevo anticipato due anni fa sulla pagine di BiciLive.it, la mtb elettrica del futuro, quella che vedremo nel 2020 avrà la batteria integrata nel telaio, un motore decisamente più piccolo, magari integrato nel movimento centrale e pochi, se non nessun comando sul manubrio

 

Ecco il video montato da DUEQUATTRORUOTE che presenta in sequenza le seguenti mtb elettriche: BH Bikes Bosch Cx. Bionicon Shimano STEPS E8000. BMC Shimano STEPS E8000. Conway x2 Shimano STEPS E8000. Corratec Bosch Cx. FANTIC Brose. FOCUS Fazua. KTM Bosch Cx, MAXX BIKES x2 Brose, NICOLAI Bosch Cx, Ridley Shimano STEPS E8000, SCOTT x2 Bosch Cx /Shimano STEPS E8000, Simplon Shimano STEPS E8000, Stevens Shimano STEPS E8000.

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Trasporto bici elettrica in aereo: come fare. https://www.coast2coast.it/trasporto-bici-elettrica-in-aereo/ https://www.coast2coast.it/trasporto-bici-elettrica-in-aereo/#comments Sat, 24 Jun 2017 22:36:18 +0000 https://www.coast2coast.it/?p=5313  Come […]

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 Come trasportare la bici elettrica in aereo? E’ possibile imbarcare in aereo la nostra eBike? Come far viaggiare in aereo la bici in un modo corretto per non far patire il trasporto in stiva alla nostra amata preservandola da eventuali danni?

Tutti noi viaggiatori  in bici abbiamo dovuto affrontare questo dilemma, o comunque, se non l’abbiamo affrontato, lo affronteremo.

La novità ci viene dalla bici elettrica e dalle implicazioni che il maggior peso e il sistema elettrico – in quanto tale – impongono a noi viaggiatori in bici.

Le soluzioni ci sono e passano dalla più semplice alla più completa, dalla più economica alla più impegnativa.

Le operazioni che dobbiamo eseguire per spedire la bici elettrica in volo con noi sono essenzialmente due:

  1. Smontaggio e messa in sicurezza della nostra bici elettrica.
  2. Imballaggio della bici elettrica.

 

Lo smontaggio delle bici e l’imballaggio prima della partenza!

Smontaggio

Prima di tutto, per il trasporto bici elettrica in aereo, è necesario smontare la bici in maniera corretta, anche parzialmente. Chi è esperto di montaggio e smontaggio a eseguire tutte le operazioni non impiegherà più di un’ora.

 

Qui di seguito elenco le operazioni minime da effettuare prima dell’imballaggio sulla vostra bici.

Per preservare quanto basta la vostra bicicletta per evitarle danni, dovrete attrezzarvi di nastro da imballaggio, nastro di carta, film a bolle o multiball, cartone, utensili e un po’ di pazienza ed eseguire le seguenti operazioni:

  • sgonfiaggio pressione gomme: è obbligatorio, perchè le gomme gonfie potrebbero esplodere ad alta quota;
  • smontaggio manubrio: basta staccare il manubrio dall’attacco rimuovendo  le viti che assicurano il manubrio all’attacco stesso. Non staccate nessun filo, imballatelo con un po’ di cartone o carta pallina,  portate il manubrio  parallelo alla forcella o al telaio e legatelo lateralmente con del nastro da imballaggio o nastro di carta (se lo applicate sul telaio è più facile da staccare);
  • svitare i pedali: questa è un’operazione fondamentale perché i pedali potrebbero bucare il cartone essendo elementi sporgenti
  • smontare il cambio: il cambio deve essere smontato dal forcelllino. Dovrete solamente svitare il dado che lo assicura al forcellino e poi con cautela senza staccare il filo – semplicemente proteggete bene anche il cambio con del cartone o meglio del film a bolle – e assicuratelo al telaio con del nastro adesivo. L’operazione che vi suggerisco è di inserirlo posteriormente ai tubi del carro posteriore così che lo possano ulteriormene proteggere;
  • togliere la sella: è l’operazione più facile, smontatela e assicuratela al telaio della bici col nastro.  e fissatela al telaio dove vi da meno noia.
  • togliere la batteria: impacchettatela con il multiballe mettetela in una scatola insieme all’alimentatore/caricatore, non potrete portarla in volo.
  • togliere il computerino: toglietelo e portatelo in valigia, ne ho visti parecchi di rotti, e se si rompe quello, addio pedalata assistita!

Ricordate di non lasciare alcun pezzo libero di scorazzare dentro il vostro contenitore, durante il viaggio potrebbe danneggiare il telaio o parti più delicate. Portate con voi tutti gli attrezzi necessari per poi rimontare la bici  e scegliete al vostro arrivo un posto ampio e sicuro, ma anche tranquillo, per rimontare il tutto.

Le tragedie dell’imballaggio…

Imballaggio

Scatola di Cartone

Partiamo dalla soluzione più semplice ed economica.  Le aziende produttrici si preoccupano di imballare le bici in maniera più che sicura, garantendo telaio e ogni pezzo, componente, con tutte le adeguate protezioni in multiball, cellophane e cartoni. Quando dovrete trasportare e spedire in stiva la vostra bici, dovrete attrezzarvi per fare più o meno lo stesso lavoro. Vi basta passare da un rivenditore ciclo e farvi dare scatola e cartoni che loro buttano senza riciclare, e imballare il tutto in sicurezza.

Soprattutto nel trasporto bici elettrica il peso assume un’importanza da non sottovalutare anche nell’imballaggio: prendetevi un po’ di tempo per la ricerca del contenitore più adatto, sia per le misure che soprattutto per trovare una scatola con un cartone il più resistente possibile. In ogni caso è buona norma rinforzare il cartone nel fondo e nelle pareti aggiungendo altri fogli di cartone. Inserite la bici, smontata e in sicurezza come sopra descritto, e tra cartone e telaio inserite le ruote che faranno da protezione ulteriore.

Un piccolo trucco ma di grandissima utilità? Applicare un paio di ruote nel fondo del cartone! Vi permetteranno di evitare tanta fatica nel trasporto della bici elettrica, e credetemi, benedirete quel paio d’ore che avrete speso per realizzare questa piccola ingegnosa soluzione. La realizzazione è semplice: vi basta

  1. un asse filettato
  2. 2 ruote da skate, o anche normalissime ruote da carrello
  3. 4 perni autobloccanti
  4. 2 rondelle da 1,2 cm di diametro
  5. tubo in pvc con sezione da 1 cm.

Farete due fori nell’angolo basso del cartone utili per fare entrare da parte a parte il tubo in pvc che taglierete 2 cm più largo dela scatola. Tagliate l’asse filettato della misura del tubo + le 2 ruote + 2 cm. Inserite il tubo nei fori praticati nella scatola, inserite l’asse e le due rondelle ai due lati; avviatate il primi due perni che serviranno a bloccare le ruote all’interno, e poi bloccate le ruote all’esterno con i dadi. Fatto! Ovviamente vi portate dietro il tuo in pvc ll’asse con una ruota già montata e i dadi, poi monterete il tutto non appena arriva la scatola.

 

 

Il trucco delle ruote nella scatola di cartone!

Sacca da bici

Ne esistono  parecchie sul mercato, per quanto mi riguarda la più conveniente e efficiente è la sacca portabici EVOC.

Ma ne parleremo più nel dettaglio prossimamente in un altro articolo dedicato alle sacche portabici.

 

Le sacche da bici EVOC, comodissime per tutte le bici.

Altre soluzioni

Quando l’ingegno prende il sopravvento, le soluzioni sono le più disparate…

A me ne è capitata una davvero spettacolare per la semplicità e il tasso di ingegnosità! Si tratta di una semplicissima struttura di tubi di ferro: una gabbia a parallelepipedo dove dentro è inserito il telaio della bici con le ruote. Nella foto potrete apprezzare la realizzazione di questo portabici che mette in totale sicurezza la bicicletta. Un plauso al realizzatore, Klaus, un amico tedesco incontrato in Marocco.

 

La fantastica opera di ingegneria dell’amico Klaus.

Spedizione della Bici Elettrica

Risolto il confezionamento della bici, il successivo problema da porsi per il trasporto dell trasposrto bici elettrica è quello del peso: a differenza delle biciclette tradizionali, le ebike devono scontare il peso del sistema elettrico, che insieme al contenitore e imballi lievita sensibilmente e arriva a sfiorare i 30 chilogrammi! Molte compagnie aeree hanno un limite sul peso delle attrezzature sportive,  Ryanair, la compagnia aerea con cui viaggio spesso, ammette un massimo di 30 Kg proprio per le bici. Fortunatamente  arrivo sempre a sfiorare il limite, e mai a superarlo, anche perchè bisogna farci attenzione e svariate prove prima di chiudere definitivamente la scatola. Così il pacco parte facilmente: ricordate che lo consegnerete direttamente allo smistamento bagagli.

 

Altro problema serio per il trasporto delle bici elettriche in aereo riguarda proprio il sistema elettrico: la quasi totalità delle compagnie aeree non consente di far viaggiare neanche in stiva batterie al litio di grandi dimensioni – per intenderci non più grandi di quelle usate per un notebook -, sicché non si possono imbarcare bici e batteria insieme! Qual è allora la soluzione? Ebbene, l’unica valida alternativa se ci si vuole portare la propria bici elettrica è pensarci con largo anticipo, soprattutto se si va all’estero,  spedendo la batteria con un corriere espresso internazionale e affidabile . Nel caso in cui doveste avere l’esigenza di portarvi sul volo la vostra ebike, vi consiglio sempre di chiedere anticipatamente alla compagnia aerea se consente di imbarcare anche la batteria: alcune, poche, lo consentono o comunque non lo vietano.

 

 

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Viaggio in Islanda in bicicletta. PRIMA PARTE: come preparare un viaggio in solitaria in una terra ostile. https://www.coast2coast.it/viaggio-in-islanda-in-bicicletta/ https://www.coast2coast.it/viaggio-in-islanda-in-bicicletta/#comments Sat, 17 Jun 2017 16:53:43 +0000 https://www.coast2coast.it/?p=5565 L'articolo Viaggio in Islanda in bicicletta. PRIMA PARTE: come preparare un viaggio in solitaria in una terra ostile. proviene da Coast2Coast Bike Tour.

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Testo e foto di Gabriele Tinghino

Il viaggio in Islanda in bicicletta in solitaria, come tutte le più grandi cose, nasce semplicemente da un sogno.

Nasce dalla voglia di mettersi in gioco e superare se stessi davanti alla natura cieca e sorda, senza altri aiuti che le proprie forze. La voglia di andare ancora una volta libero, senza la noia degli obblighi, immerso nella natura più selvaggia ed ostile mi ha reso euforico. Assaporare la libertà più assoluta, il primo obbiettivo di questo viaggio.

 

Ora vi racconto la mia esperienza, di come ho preparato il viaggio nell’isola del ghiaccio, di come mi sono preparato io, e come lo potete preparare voi.

I miei materiali di studio per la preparazione del viaggio: il libro Islanda della collana Marco Polo, editore EDT, e il web!

 

 

La genesi

Sei mesi di preparativi con e-mail, ricerche, telefonate e tanto altro. Allenamento fisico e preparazione e tutto ciò che sarebbe servito per affrontare il viaggio in Islanda ed essere in grado di superare qualsiasi ostacolo. Alla fine tutto, e dico tutto, è servito.

L’idea del viaggio in Islanda in bicicletta è nata a dicembre del 2015. Poi man mano ho iniziato a navigare su internet alla ricerca di tracciati, ma non ho trovato nulla. Ho iniziato a segnarmi tutti i punti, a crearmi il percorso nei ritagli di tempo. Non ho tracciato a priori delle tappe perché non potevo sapere quale sarebbe stata l’effettiva difficoltà del percorso: il dislivello era quasi nullo, tutti mi dicevano che la vera insidia sarebbe stata il vento. Pertanto nessuna tappa, ma obbiettivi tanti. Questi mi davano tanta carica. Obiettivi giornalieri che potevano essere waypoint oppure semplici obbiettivi come i chilometri da percorrere o un punto sulla mappa. Sapevo che nel periodo in cui sarei andato la notte era quasi inesistente e pertanto ho pensato che avrei potuto anche pedalare ininterrottamente fin quando non trovavo un riparo in camping o un alloggio di fortuna che fosse.

In effetti qualche volta ho pedalato anche fino alla mezzanotte ma anche se c’era luce le temperature scendevano notevolmente ma con esse calmava il vento e quindi pedalare diventava piacevole.

 

L’altimetria dell’itinerario del viaggio in Islanda, poco dislivello.

Fondamentale è stato scoprire il grado di difficoltà da affrontare per il viaggio in Islanda. E quale miglior modo di scoprirlo se non quello di chiedere a chi ha già vissuto questa esperienza? Nonostante i notevoli e numerosi contatti nessuno riesce però a girarmi un file GPX di un itinerario in Islanda.

Inizio la ricerca tra diversi tour operator. E qualcuno mi risponde così:

Ciao Gabriele,
secondo me pensare di fare un viaggio in Islanda in bicicletta è una pessima idea. Considerando il clima islandese è pressoché sicuro che in qualsiasi mese (anche estivo) troverai comunque dei giorni di brutto tempo, con pioggia vento e freddo che ti faranno amaramente rimpiangere il non essere in macchina (e anche in macchina rimpiangi il fatto di aver speso tanti soldi per poi non vedere nulla causa il brutto tempo). Per lo stesso motivo sconsiglio i camping. Inoltre strutture dove alloggiare a poco prezzo non esistono proprio. Quindi, il mio consiglio è di rinunciare al viaggio, almeno come lo stai pensando ora.

Questa mail, ad essere sincero, dapprima aveva smorzato il mio entusiasmo, ma dopo qualche giorno ho pensato che la sfida andava affrontata comunque cercando di prevedere ogni possibile inconveniente ed essere preparato su tutti i fronti: dalla preparazione fisica a quella psicologica, l’affidabilità della bici, gli attrezzi, l’equipaggiamento, i tracciati e gli obbiettivi. Per mesi ho pensato e ripensato: un misto di emozioni e paura. Provavo ad immaginare un eventuale problema e la relativa soluzione, sebbene con la certezza che l’imprevisto sarebbe stato dietro l’angolo. Non volevo partire sapendo di avere trascurato qualcosa. Acquisto pertanto un libro sull’Islanda e lo divoro: la cultura, la popolazione, il paesaggio, le attrazioni, il clima, i numeri utili, la cartina, il clima, usi e costumi e quant’altro (Islanda – Collana  Marco Polo – Edizione EDT) .

 

 

 

L’itinerario: il periplo dell’isola che ho tracciato per il mio viaggio in Islanda

 

Iniziamo dalla nostra pianificazione del viaggio in Islanda in bicicletta  in solitaria:

Per affrontare un viaggio in bici, anche in compagnia ma soprattutto in solitaria, la preparazione e la pianificazione è fondamentale: bisogna conoscere quali sono i propri limiti, fisici, mentali, pratici, meccanici e limiti di adattabilità climatici, ambientali, culturali e, fondamentale, agli imprevisti.

 

Pianificazione del tracciato

Per prima cosa ho navigato sul web alla ricerca di tutte quelle cose che desideravo i miei occhi vedessero almeno una volta nella mia vita. Nel mio viaggio in Islanda sono voluto andare per le cascate, i fiumi, i geiser, per l’oceano, le balene, i ghiacciai, per gli iceberg, il fuoco dei vulcani ed un famoso relitto di un DC 9 abbandonato su una spiaggia dell’oceano atlantico. Ho impiegato circa un mese del mio tempo libero per collezionare e selezionare tutte le informazioni che mi interessavano.

Successivamente ho scaricato le mappe dell’Islanda da openmtbmap con relative altimetrie.

Dalle foto ho individuato i nomi delle meraviglie e delle attrazioni e le ho riportate segnando i punti (waypoint) su Base Camp Garmin, e da lì ho realizzato il tracciato per poter raggiungere i vari punti. Inizialmente i punti segnati erano tantissimi, quindi ho dovuto fare una selezione di quelli meno raggiungibili in bici, sia per la distanza che per le condizioni meteo perché sarebbe stato oltre che molto difficoltoso, anche molto pericoloso in quanto troppo isolati ed in pieno deserto roccioso o di ghiaccio. Creata la traccia e la difficoltà presunta del viaggio si fa il biglietto per la partenza.

Prevedo 18 giorni di viaggio per 1600 km – che poi alla fine saranno invece 1900 Km.

Biglietto aereo “aperto” modificabile in caso di imprevisti, sia per l’andata che per il ritorno.

 

L’itinerario,  chilometri totali, il dislivelllo totale del viaggio in Islanda di Gabriele Tinghino

Pianificazione difficoltà dell’itinerario e dell’attrezzatura

Bisogna scoprire quali tracciati e quali difficoltà a livello di distanza ed altimetrie siamo abituati a percorrere e, sulla base delle esperienze precedenti, valutare la nostra capacità di ambientazione alle varie condizioni meteorologiche.

Se durante le nostre normali escursioni precedenti non abbiamo mai superato ad esempio i 2000 mt di dislivello positivo (la somma di tutti i dislivelli in salita) bisognerebbe pianificare un viaggio che non superi mai una difficoltà giornaliera superiore a 2000 mt di dislivello, considerando anche il fatto che il carico dei bagagli aumenta lo sforzo fisico. Un viaggio in bici di più giorni mette a dura prova il nostro stato mentale e fisico e pertanto la pianificazione deve tenerne conto, se si vuole portare a termine il viaggio, questi elementi. Esagerare potrebbe farvi anticipare il rientro a casa. Per questo è fondamentale nel creare l’itinerario pianificare attentamente la distanza e l’altimetria e sperli amalgamare con le dovute proporzioni: più lunghezza, meno dislivello e viceversa.

Conoscere il tracciato è fondamentale anche nella scelta del mezzo: il tipo di bici e delle coperture gioca un ruolo fondamentale sulla difficoltà: ruote tassellate e con impronta grande (2,2” in su) per strade asfaltate fanno perdere solo velocità ed energie; al contrario ruote non tassellate (slick) e con impronta stretta su strade sterrate potrebbero crearvi problemi di stabilità o forature. Cercate sempre un giusto compromesso per i fondi stradali che andrete ad affrontare.

Nel viaggio in Islanda avrei dovuto affrontare sia asfalto che sterrati e pertanto la scelta è ricaduta su una bici 29” con copertoni da 2.1” da fuoristrada non troppo pesanti e abbastanza scorrevoli, quindi con tasselli bassi e radi (Scwalbe Racing Ralph sia anteriore che posteriore).

 

 

Preparazione della bici equipaggiata per il viaggio.

Preparazione atletica

Il mio allenamento è rimasto quello di sempre, non ho fatto niente di più di quanto abbia sempre fatto.

Ho mantenuto senza interruzione le mie uscite settimanali, due uscite con una media di 1000/1500 a volte 2000 mt di dislivello ad uscita, e una, due lezioni di spinning a settimana.

In ogni caso contrariamente a quello che si immagina, per fare del cicloturismo non occorre essere dei campioni: allenamento normale. Io ho visto che dopo 2/3 giorni consecutivi di pedalata nel viaggio in Islanda, m anche negli altri viaggi, il corpo reagisce e si abitua allo sforzo e inizia a pompare adrenalina.

Iniziare a pedalare la mattina è dura ma poi man mano vai che è una meraviglia.

Ho avuto qualche problema fisico alle ginocchia. Dolori atroci dopo 5 giorni.

Fasce ed antidolorifici non facevano nulla. Poi mi sono messo in pantaloncini ed ho pedalato con ginocchia scoperte. Il freddo ed il vento hanno alleviato in modo naturale e notevolmente il dolore. Non avevo scelta. Avevo paura di chiamare l’ortopedico, mi avrebbe detto di rientrare.

Qualche altro problema fisico l’ho avuto perché ho bevuto acqua di fiume e questo mi ha causato dissenteria: bruttissimo ma alla fine dopo 2 giorni è passato tutto naturalmente sulle due ruote.

 

Imballaggio e bici pronta per la spedizione in aereo.

 

Condizioni meteorologiche

Il meteo assume un ruolo fondamentale in ogni tipo di sport all’aperto. Immaginate per un viaggio in Islanda in bicicletta e in solitaria… Conoscere le condizioni meteo del luogo che si vuole visitare e la variabilità nel periodo interessato è di vitale importanza. Le temperature, l’umidità, il vento, la variabilità del clima e le ore di luce potrebbero essere un ostacolo e aumentare il livello di difficoltà in modo esponenziale. E’ indispensabile conoscere per potere prevedere così da non farsi trovare impreparati di fronte a qualsiasi condizione climatica si possa incontrare.

Dal clima che affronteremo dipenderà anche il peso del nostro equipaggiamento. Peso che influisce sullo sforzo fisico e sulla stabilità della bici. Pertanto bisogna valutare bene cosa portare, sempre tenendo in considerazione che caricarsi in bici troppo o “tutto” potrebbe aumentare il grado di difficoltà. Sul clima islandese ho letto tantissimo ed ero consapevole che la battaglia sarebbe stata contro il vento, raffiche di vento e pioggia; non in maniera particolare sulle basse temperature. Da evitare assolutamente “l’effetto vela” dei bagagli, scegliendo qualcosa che renda il più aerodinamico possibile il mezzo. Pertanto la scelta si è basata su un equipaggiamento non troppo pesante ma impermeabile e che in condizioni particolari avrebbero potuto anche proteggermi dal freddo indossando più maglie termiche.

Pedalare con raffiche di vento e pioggia è stata un’esperienza unica: non ero quasi mai bagnato perché l’effetto combinato di pioggia e vento faceva in modo che stessi sempre asciutto! Equipaggiamento tecnico di altissima qualità permette di avere una protezione dalla pioggia ma contemporaneamente espellere il sudore fuori. Essere protetti dalla pioggia e sudare dentro non è il massimo, le discese e il vento potrebbero farti letteralmente gelare.

 

Anche se le condizioni climatiche in Islanda sono molto difficili, in estate qualche bella giornata si incontra, ed è paradiso!

 

 

Pericoli del viaggio in Islanda

 Il pericolo maggiore è stato affrontare le raffiche di vento frontali e laterali. Quelle laterali mi buttavano molte volte verso la corsia centrale con rischi elevati. Altre volte al passare di mezzi pesanti il vento andava via per poi scaraventarmi sulla strada. È stata una vera battaglia quella contro il vento. Vento che però nella parte est dell’Islanda  è stato più clemente e nella parte  nord alcune volte a favore. I primi 2 giorni sono stati I più terribili. Raffiche di vento, pioggia e nebbia.

Chi si prepara ad un viaggio in Islanda in bicicletta deve mettere in conto che deve lottare contro il vento, pedalare anche in discesa e ad ogni camion o auto che ti sorpassa è un incubo, soprattutto quando il vento è laterale: appena passa il camion ti manca il vento per 1 secondo e poi arriva e ti proietta a terra.

Il primo giorno mi sono perso perché ho sbagliato a seguire il tracciato con il Garmin 800 (che sconsiglio a chiunque). Poi con la traccia caricata sul telefono ho ripreso il percorso. Mi sono ritrovato in un deserto di lava con odori di zolfo e vento, pioggia e nebbia. Insomma non è stato un bel benvenuto. Quindi, utilizzate un buon attrezzo GPS ed evitate quelli sportivi.

 

Preparazione mentale e pratica.

Quello che purtroppo si trascura è la preparazione mentale al viaggio in bici. La prima cosa che cede alle difficoltà e agli imprevisti è la mente, non il corpo. La prima cosa da fare è non sottovalutare nulla. Un po’ di paura non fa male e aiuta a prevedere l’imprevisto… anche se serve una sana dose di follia. Pensare, pensare e leggere. Leggere, e per ogni difficoltà presunta creare una soluzione mentale o pratica.

Conoscere l’imprevisto è vitale. Qualcuno direbbe: ma allora non è un imprevisto. Vero: in un viaggio perfetto non ci sono imprevisti! E se mai dovessero esserci, ci affidiamo alla nostra capacità di adattamento e di soluzione. Senza una giusta preparazione meglio rimanere a casa. Capita spesso di dover affrontare delle difficoltà che non hanno una soluzione.

In Islanda ad esempio, “l’imprevisto previsto” è stato pedalare controvento per giorni interi o pedalare con raffiche di vento laterali che rischiavano di buttarmi al centro della corsia o fuori strada, pedalare con la nebbia fittissima..etc.. Ero sicuro che avevo preso tutte le precauzioni, dalle luci ai bagagli. Mi sono detto spesso che quello che era nelle mie possibilità di previsione lo avevo fatto. Conoscere a volte è sufficiente a darti la forza di andare avanti e superare l’ostacolo.

 

Strade nel nulla e deserte, freddo, pioggia e vento: “aspettatevi l’inaspettato”.

 

Ma a quali cose bisogna pensare?

  1. Bisogna pensare all’equipaggiamento perfetto ed all’equipaggiamento di emergenza ed a cosa portare per la propria sicurezza ed incolumità come ad esempio un fischietto, un coltellino, un accendino, un telo termico etc..
  2.  Pensare alla riparazione della bici. Portare tutti gli attrezzi per la riparazione della bici ed essere soprattutto in grado di riparare qualsiasi cosa autonomamente. Se avete una bici con freni idraulici e non sapete ripararli meglio una bici con freni a pattini. Se avete una bici con copertoni toubless e non siete in grado di smontare le valvole meglio una bici con camera d’aria, etc.. Per la catena è diverso: non si può fare a meno della catena. Imparate a riparla prima del viaggio perché è fondamentale.
  3. La bici. Ognuno dovrebbe portare la propria bici perché è quella che si conosce ed è quella più adatta noi. Qualsiasi irregolarità sul mezzo sarà pagata a caro prezzo sia dal punto di vista fisico che mentale e meccanico. Non partire mai con la bici appena riparata o con componenti nuovi e senza averla mai provata. Prima della partenza affrontare un piccolo viaggio o un tracciato con delle difficoltà simili a quelle che pensate di affrontare e con la bici carica e nelle stesse condizioni meccaniche.
  4. Evitate di portare Zaini o carichi sulle spalle perché appesantiscono il viaggio. Nella cultura del ciclo viaggiatore meglio un portapacchi montato dietro la bici e viaggiare più comodi.
  5. Gli integratori alimentari ed ai medicinali per affrontare malanni. Nei miei viaggi porto sempre qualcosa per contrastare diarrea, vomito, dolori muscolari ed antinfiammatori; creme per la protezione solare e dei glutei, spray per la sinusite, cortisone e qualcosa per abbassare la febbre. Ognuno dovrebbe conoscere bene il proprio corpo e portare con sé tutto il necessario. I farmaci non pesano tantissimo e non vale la pena trascurare la loro importanza. Badate bene però a tenerli in contenitori che non ne alterano le proprietà.
  6. Vestiario per la notte e di emergenza. Qualcosa per poterli lavare e per la nostra igiene personale. Spazzolino, dentifricio senza esagerare nelle quantità e nei volumi. Qualsiasi eccesso nel peso sarà un ostacolo alla buona riuscita del viaggio soprattutto se non necessario.
  7. GPS con protezione stagna, telefono e cartina plastificata: portare sempre con se il proprio telefono ed il GPS. Il tracciato del viaggio va caricato sul proprio GPS e sul proprio telefono. Il GPS dovrebbe essere con le batterie tradizionali per evitare di rimanerne senza in mancanza di corrente. Capita spesso di doversi fermare e dormire in tenda e non avere punti di allaccio per la ricarica. Rimanere senza GPS è da evitare assolutamente. Sul dispositivo GPS avete la traccia e le altimetrie e riuscirete a prevedere le salite e la difficoltà del percorso rimanente. Ma bisogna anche prevedere una carica di riserva. Un powerbank, un accumulatore in grado di darvi comunque una autonomia sufficiente per almeno 2 giorni. In Islanda ho portato un accumulatore in grado di dare autonomia al GPS ed al telefono per 3 giorni consecutivi.
  8. Soluzioni di emergenza quali mezzi di trasporto alternativi, alloggi alternativi e soluzioni che in caso di problemi fisici, mentali e di resa possono aiutarvi a riportarvi a casa soprattutto, se siete da soli.

 

Il viaggio in Islanda in solitaria è pieno di momenti di riflessione…

Incidenti e malori

Prevedere e pensare a tutto vuol dire pensare però anche al peggio. E’ fondamentale prima della partenza avvisare amici e parenti sul viaggio che volete affrontare. Lasciare la traccia in formati leggibili a qualche amico ed avvisare sempre l’ambasciata del paese dove andrete.

Scaricare sul telefono delle app indispensabili in caso di incidenti e malori. In base al paese scegliate come poter fronteggiare le emergenze di questo tipo soprattutto se siete da soli. Dotarsi eventualmente di un localizzatore GPS che vi permette di inviare messaggi ed essere facilmente individuabili.

Lasciate sempre il telefono con numeri ICE a portata di mano.

 

Assicurazione

Prima di ogni viaggio è indispensabile avere una assicurazione (ad esempio Totalsport) che copre qualsiasi infortunio durante le attività sportive, o per operazioni chirurgiche importanti.: queste assicurazioni proteggono e fanno fronte a qualsiasi imprevisto.

Con l’assistenza medica internazionale 24 ore su 24, non importa in quale parte del mondo ti trovi o che ora sia, avrai sempre un professionista a tua disposizione e fino a € 200.000 di spese mediche di base, questa somma è ampliabile secondo le tue necessità. Sono incluse tutte le prove mediche prescritte (risonanza, TAC, ecografie, ecc.), rimpatrio o trasporto sanitario, Insomma, il ritorno a casa è garantito, con copertura per l’assicurato principale e fino a due compagni di viaggio pagati!

 

Bene. Se avete pensato a tutto questo ci sarà una cosa che nessuno probabilmente vi ha mai detto: riceverete incoraggiamenti da tutte le persone che incontrerete! Dai passanti agli automobilisti e dagli amici. Questo inciderà positivamente sullo stato d’animo soprattutto se sarete da soli come il viaggio che ho affrontato in Islanda e che vi racconterò nella II Parte!

 

Natura libera di esprimersi…

 

 

LISTA EQUIPAGGIAMENTO

La lista delle cose che mi sono portato appresso

3 maglie termiche

1 Pantaloncini mtb

1 intimo con fondello

1 pantalone lungo con fondello

1 calzamaglia termica

3 paia calze termiche

1 Intimo per la notte

2 Magliettine mtb manica corta

Giacca smanicata leggera antivento

1 pantalone impermeabile lungo

1 giacca impermeabile lungo

1 fascia per occhi (notte)

1 coppia di tappi per orecchie

1 bandana Buff griffata Coast2Coast

1 giubbotto traspirante per mtb

1 giubbotto termico/impermeabile per viaggio e sera

1 pantalone per viaggio e sera.

1 pantalone

Spazzolino e dentifricio da viaggio

Ciabatte plastica

Casco

Occhiali con lenti intercambiabili

Occhiali  antipioggia protettivi avvolgenti

Guanti pesanti

2 Fasce per dolori ginocchia

Cuffie per musica

Power bank da 46.000 ma

Cavetti vari ed adattatori

1 torcia per mtb

2 segnalatore piccoli a led

Batterie stilo

Batterie a bottone

Fascia cardio e batterie di ricambio

GPS Garmin 800

Smartphone e custodia stagna

Attacco manubrio per smartphone

Coltellino multiuso

Accendino

Fischietto

Telo termico di emergenza

Salviette umidificate

Sapone.

Accappatoio microfibra

Asciugamano piccola microfibra

Crema solare

Nivea crema

Antinfiammatori

Sali minerali

Bustine di zucchero

Cortisone

Spray per sinusite

Vari medicinali personali

2 falsa maglia per catena

1camera d’aria

1 bomboletta ripara e gonfia

Pompa

Valvola per cerchio tubelles

Chiave per valvola tubelles

Kit riparazione

2 rotoli nastro isolante

20 fascette lunghe da elettricista

Kit chiavi esagonali e smagliacatene

Go pro.

Macchina fotografica

2 Caricabatterie

Olio per catena

Spazzolino per pulizia catena

3 mt spago robusto

Sacco a pelo.

Cuscino gonfiabile

Copertura impermeabile per borse bike

Borsa anteriore bike

Libro Islanda

Cartina Islanda impermeabile

Penna

Telefonino di riserva piccolo

Schede SD varie

1 Pen Drive.

Portapacchi con catarifrangente

Scarponcino trekking con attacchi pedali

Copriscarpa impermeabili

Bancomat

Carta credito

Carta identità

Patente

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Noleggio Bici: Sharewood, la piattaforma online per condividere attrezzatura sportiva! https://www.coast2coast.it/noleggio-bici-sharewood/ https://www.coast2coast.it/noleggio-bici-sharewood/#respond Mon, 12 Jun 2017 20:02:34 +0000 https://www.coast2coast.it/?p=5535 Siete […]

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Siete alla ricerca di un noleggio bici e non lo trovate? Lo avete trovato e vi chiedono di lasciare come caparra il vostro fidanzato? Tranquilli, c’è la sharing economy con Sharewood!

 

Il gruppo di giovanissime e giovanissimi che costituisce Sharewood.

 

Chi Sono

Sharewood è una StartUp fondata da giovanissime, in magggiornaza, e giovanissimi appassionati di sharing economy che hanno avuto la brillantissima idea di creare una piattaforma online che mettesse in connessione i proprietari di attrezzatura sportiva con coloro che ne necessitano.

L’idea nasce nel 2015 quando Gabriele Di Blasio e Piercarlo Mansueto, durante un viaggio in Spagna entrambi appassionati di surf e bicicletta,  trovarono difficoltà per rintracciare un negozio nelle vicinanze che noleggiasse l’attrezzatura.
La soluzione è poi arrivata grazie a un incontro con dei surfisti, proprietari di due mtb downhill, che si offrirono di prestare loro l’attrezzatura. “Sharewood nasce da qui, da un problema, un’esigenza  – dice Piercarlo Mansueto CEO di Sharewood – e da qui  l’idea di una community di viaggiatori, appassionati outdoor, che condividano attrezzatura sportiva. Il nome Sharewood richiama perfettamente la nostra mission”.

 

Cos’è Sharewood

Fondamentalmente è un sito web come tanti, ma dentro c’è un mondo! Ed è una comunità fatta di appassionati di bici e surf e snow. In sostanza, non un semplice sito web ma una piattaforma social che pone a contatto diretto le persone: chi vuole mettere a disposizione la sua attrezzatura sportiva e chi la chiede. Che sia un noleggio bici o noleggio surf, Sharewood è un grande mercato per il noleggio di attrezzatura sportiva.

 

La home page della piattaforma online Sharewood: si inserisce la località e troviamo le offerte del prodotto da noi selezionato

Come funziona?

Entrare a far parte della  community Sharewood è molto semplice e bastano pochi passi per registrarsi. Chi possiede biciclette, sci, tavole da snowboard, surf, kitesurf e windsurf deve solo fare una foto del prodotto, descriverne poi le caratteristiche tecniche, scegliere il prezzo di noleggio e precisare il luogo in cui si trovano. Chi è invece interessato al noleggio bici, o surf, o altra attrezzatura sportiva,  potrà trovare ciò di cui necessita digitando sulla home page del sito Sharewood il luogo in cui desidera noleggiarla e la categoria di appartenenza: Bikes, Snow, Water. Una nuova pagina con le proposte di noleggio si aprirà insieme alla mappa in cui sono localizzate le varie offerte e tutte le informazioni dei prodotti, dal prezzo alla disponibilità.  Dal momento in cui il proprietario accetterà la sua richiesta di noleggio, si avvia una finestra di chat in cui inizierà una conoscenza che porterà alla finalizzazione dell’accordo. In definitiva, Sharewood funziona un po’ come Booking con un po’ di Whatsapp…

 

Questioni di sicurezza

La sharing economy funziona su un rapporto di fiducia che si instaura tra le persone e all’interno della community. Sharewood è una community dove sulla fiducia reciproca ci si scambia attrezzatura sportiva e per alimentare questa rete di fiducia, si utilizzano alcuni strumenti di sicurezza per accertare che lo sharing avvenga tra persone reale: si procede con  la verifica del profilo personale tramite carta di identità, profili social, carta di credito (necessaria per il pagamento) e numero di telefono. Sulla stregua del marketplace eBay o Airbnb, ci sono i feedback che dopo il noleggio bici le due parti si lasciano reciprocamente. Per meglio garantire i proprietari c’è la possibilità di ricorrere attraverso Sharewood ad un risarcimento nel caso di danni causati dal maldestro uso dell’attrezzatura: grazie ad una garanzia assicurativa si potrà ottenere il  risarcimento per danni fino ad un massimo di 5.000 euro.

 

Dopo avere selezionato la tipologia di attrezzatura (bike, snow, water), e immesso la località accediamo al prodotto e ci mettiamo in contatto con il noleggiatore.

 

Non vi resta che registrarvi sulla piattaforma, se avete una bici o un kite surf che utilizzate solo la domenica, potreste arrotondare conoscendo anche appassionati che condividono il vostro sport! Infatti, come tutte le community, Sharewood mette in connessione le persone che condividono gli stessi interessi e, spesso, il mero noleggio bici diventa l’occasione per fare amicizia con persone che provengono da tutto il mondo. Per il momento Sharewood funziona sul territorio italiano ma presto si svilupperà con  una rete europea, e si propone di divenire uno strumento di riferimento per il turismo sportivo e soprattutto per gli adventure travelers.

Presto anche la App per iOs e Android!

Il sito web: gosharewood.com

 

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Itinerari mtb in Sicilia: da Palermo al Bosco di Ficuzza https://www.coast2coast.it/itinerari-mtb-sicilia-palermo-bosco-ficuzza/ https://www.coast2coast.it/itinerari-mtb-sicilia-palermo-bosco-ficuzza/#respond Wed, 07 Jun 2017 21:12:11 +0000 https://www.coast2coast.it/?p=5519 Tra […]

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Tra gli itinerari mtb questo è uno di quelli che parte dal centro della città: un favoloso percorso in mountain bike che parte dal centro di Palermo, attraversa la storia della Sicilia per arrivare alla Real Casina di Caccia di Ficuzza.
L’itinerario Palermo-Ficuzza sulla MAppa dei 53 itinerari della Guida Mountain BIke in Sicilia

 

E’ la prima tappa del Tour Coast2Coast Palermo/Etna. La Coast2Coast è una traversata che nasce per caso, per passione: la prima edizione della Coast2Coast Extreme si tenne nel 2007, la Zero Edition, un’escursione tra amici. Venne ripetuta ogni anno, sempre diversa, fino a pensare di unire i due grandi capoluoghi, le due città antagoniste che si contendono il primato della regione: Palermo e Catania. Oggi questo tour è il più rappresentativo del gruppo Coast2Coast, il frutto di quindici anni di lavoro, di exploring, di ricerche, di viaggi, intrecci di storie e passioni.

Di amore per la natura e il territorio, verso la mountain bike che ha permesso a noi di offrirvi tutta la ricchezza che la Sicilia dispone per 365 giorni l’anno.

 

L’itinerario che parte da Palermo e arriva al Bosco di Ficuzza: asfalto e fuoristrada per attraversare la storia della Sicilia

 

Tra gli itinerari mtb, il Palermo-Ficuzza è il primo di 7 tappe che dal centro di Palermo arriva al borgo di Ficuzza passando per Piana degli Albanesi. Il tracciato è misto asfalto sterrato con finale piuttosto impegnativo nel bosco.

Per alleggerirvi le fatiche vi forniamo comunque una traccia alternativa che salta la dura e finale parte boschiva per arrivare su asfalto risparmiando altresì circa 3,5 km.

Degli itinerari mtb è tra quelli con alta percentuale di asfalto, circa il 30%, ma è pienamente giustificata; il resto è quasi esclusivamente strada bianca e sterrata, percorribile anche con bici da trekking. Passerete da San Martino delle Scale, dove potrete rifocillarvi presso il bar della piazza e visitare, volendo, l’Abbazia. Solcherete le Serre della Pizzuta, una delle montagne che circondano Piana degli Albanesi, dove fantastici panorami si aprono sulla Valle dello Jato e Monte Pellegrino e Palermo. La discesa vi porterà direttamente in un luogo sacro, Portella della Ginestra, dove il primo maggio del 1947 fu operata, per mano del bandito Giuliano, la strage di contadini che assistevano a un comizio sindacale, anche se la storia di questo eccidio resta molto controversa ed è indicata come “la prima strage di Stato”. In memoria delle vittime sono state disposte sul posto delle stele. Procedendo noterete la doppia nomenclatura nelle indicazioni stradali in antico albanese e italiano: siete arrivati a Piana degli Albanesi, dove non mancherete di assaggiare i famosi cannoli alla ricotta!

E poi, prima di giungere a Ficuzza c’è Torre del Bosco, luogo panoramico, con il “sentiero dei firriati” chiamato così in quanto era il luogo d’intersezione di quattro feudi e non si  sapeva dove girarsi (firriarisi) prima. Sarà però una costante in tutto l’itinerario: con gli splendidi panorami non saprete dove “firriarvi” prima!

La meta è al cospetto della regale dimora estiva di Re Ferdinando di Borbone: la Real Casina di Caccia.

 

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Gps Visualizer: come usare il tool online per convertire file GPS (prima parte) https://www.coast2coast.it/come-usare-gps-visualizer-tool-online-converter-gps/ https://www.coast2coast.it/come-usare-gps-visualizer-tool-online-converter-gps/#respond Tue, 06 Jun 2017 16:34:18 +0000 https://www.coast2coast.it/?p=5433 GPS […]

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GPS Visualizer Tool Online: un gps converter di grandissima utilità!

Dopo l’articolo sul GPS e le tecniche di mappature dei percorsi mtb, continuiamo il nostro percorso sul mondo dei File GPS e le tecniche per utilizzare il GPS per seguire o creare le nostre tracce.
Qui analizzeremo un utilissimo tool online: Gps Visualizer

Premessa

Avete tracciato il percorso della vostra gita settimanale  con Google Earth , completato con i waypoints e volete adesso inserirlo sulla vostra untà gps?
Oppure avete modificato delle tracce in vostro possesso, magari aggiungendo qualche tratto nuovo  ed avete adesso l’esigenza di unire alcune tracce per creare un percorso unico da seguire con il vostro strumento?

Bene, seguitemi in questo nuovo tutorial dove vi spiego come usare GPS Visualizer.

 

Gps Visualizer

Esistono sul mercato diversi tools che permettono la conversione di file GPS  come il famoso Babel o l’italiano  Tcx Converter (di cui parleremo su prossimi articoli) per citarne solo alcuni,  tools che non si limitano esclusivamente alla  conversione, ma consentono molto di più.  Senza contare che ovviamente,  anche i software canonici da Basecamp a Compegps per non citarne altri, consentono la conversione, ma sempre dopo aver caricato il relativo file ed averne  visualizzato il tracciato.
In questo articolo prenderemo in considerazione un programma online che mi è spesso venuto in aiuto, in svariate circostanze, nel lavoro per Coast2Coast: si tratta di Gps Visualizer.

 

gps visualizer screen
Come si presenta il tool Gpsvisualizer

 

Cosa fa Gps Visualizer

L’utilizzo principale riguarda sicuramente la conversione dei file per l’utilizzo sulle unità gps. Si ricorre infatti  spesso alla conversione dei file, per adattarli ai vari strumenti e molto più spesso, per ottenere dei file “gpx”  da altri tipi di file quali quelli proprietari di Google Earth i kml/kmz. Il tool, molto potente, prevede molte opzioni  che consentono non solo la conversione dei file gps, ma molto altro ancora: in questa prima parte del tutorial analizzeremo la funzione di conversione files.

 

Convertire  un file: da kml/kmz a gpx

Aprendo  Gps Visualizer, l’home page propone un “get started” con l’operazione più frequentemente utilizzata, proprio quella che stiamo analizzando, ma per ottenere un ventaglio di opzioni più ampio, apriamo la pagina dedicata, – (convert a file) come indicato dalla freccetta rossa nello screenshot – ed apparirà il nuovo form per la conversione dei file con tutte le opzioni relative così  come nello screenshot precedente.

 

Gpsvisualizer conversione file box

Gpsvisualizer : Come appare il form di conversione files.

 

Poniamo di avere disegnato il nostro percorso con Google Earth e necessitassimo adesso  di convertire il file ottenuto, kml/kmz, in gpx per inserirlo nel nostro dispositivo GPS. La prima operazione da fare è quelle ovvia di indicare al tool il tipo di file che intendiamo ottenere; nel nostro caso scegliamo “GPX” cliccando sulla relativa casella. Non ci resta che scegliere adesso il file da convertire selezionando quello prescelto.  Tralasciamo per il momento gli altri box ed andiamo direttamente all’ultimo  “Add DEM elevation data” apriamo il relativo form attraverso la freccetta e scegliamo “best available source” ciò ci consentirà di  aggiunere al file di output , nel nostro caso il il “GPX” anche i dati d’altitudine per successive elaborazioni,come produzioni di grafici ed altro. Ciò fatto basta cliccare sul “Convert”, aspettare qualche secondo ed otterrete il vostro file GPX che potrete scaricare e rinominare secondo le vostre esigenze. L’output è infatti rappresentato da un file con una serie di numeri.

 

Gpsvisualizer output download file
Gpsvisualizer output download file

 

Gps Visualizer – Opzioni avanzate: unire due o più files gps

Vediamo adesso come utilizzare alcune delle opzioni avanzate, quelle che possono tornarci più utili per i nostri scopi. Consideriamo il caso di dover unire una serie di tracce facenti parte di un unico percorso. E’ possibile infatti che nella nostra mappatura, abbiamo creato, per svariate esigenze, più tracce per lo stesso percorso, magari cercando varianti poi abbandonate o volendo segnalare diversi tipi di fondo. Alla fine ci troviamo con un percorso frammentato su più tracce che abbiamo la necessità di unificare per caricarlo come “GPX” sul nostro strumento. A questo punto ritornando sul form precedente , accediamo alle opzioni avanzate cliccando sul segno “+” seguito da “ show advanced option”.

 

gpsvisualizer unire files
Il form di Gpsvisualizer con le opzioni avanzate sulle tracce.

 

Le opzioni che ci interessano, in questo caso, si trovano sotto “Track Option”.   Ritorniamo un attimo in cima al form per caricare le tracce da unificare. Sei i box non vi bastassero, cliccando su “Show more files boxes”  si apriranno ulteriori finestre di input. Una raccomandazione importantissima! Caricate le vostre tracce nella corretta sequenza, altrimenti vi ritroverete una traccia unificata sì, ma senza alcun senso, con con gli spezzoni del percorso a saltare collegati da linee dritte!
Analizzando “Track Option” poniamo la nostra attenzione su “reverse track”  qui abbiamo la possibilità di cambiare il senso di marcia della nostra traccia;  questa opzione non riguarda esclusivamente l’oggetto di questo paragrafo, “unire due o più files” ma può essere ovviamente, utilizzata, se abbiamo questa esigenza, anche sul singolo file da convertire. Saltiamola se non ci interessa , consideriamo il seguente box “Connect segments” attivarlo  solo se qualche traccia non combacia con la successiva o  la precedente (il tools aggiungerà dei punti per unirle) ed invece soffermiamoci sul box più importante per i nostri scopi: “Merge alla tracks” attivantelo  dalla finestrella che si aprirà cliccando sulla freccia “yes”- In questo modo abbiamo indicato al programma di unire tutte le tracce che abbiamo caricato nella stessa sequenza di carica . Trascurate tutte e altre  opzioni, delle quali avremo modo di parlare in altro tutorial, quindi sempre cliccando in alto a destra sul box verde “Convert” otterrete il vostro file che unifica le tracce che avete caricato pronto per essere caricato sulla vostra unità GPS.

 

Considerazioni finali

Ho trovato questo tool utilissimo in svariate occasioni. Come ho avuto modo di affermare, tutti i software desktop comprendono queste utility, ma è sempre necessario caricare la traccia per poterne usufruire. Ora, nel corso del mio lavoro con Coast2Coast  ma soprattutto, nella redazione della guida “Mountain Bike in Sicilia” mi sono trovato a dover lavorare su diversi file operando correzioni e conversioni e realmente , avrei impiegato molto tempo nel realizzarle caricando  le tracce sui software canonici. Ben venga  quindi Gps Visualizer, un tool completo del quale, nella “seconda parte”, analizzeremo altre importanti funzionalità.

Un ultima raccomandazione: se utilizzerete Gps Visualizer , considerate di fare una piccola donazione al suo autore, Adam Schneider  la merita veramente: in un’occasione, ha implementato il tool dietro una mia osservazione  aggiungendo  una funzionalità al programma della quale vi parlerò in seguito.

 

Sito web software house: www.gpsvisualizer.com

 

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11 Consigli per migliorare autonomia e prestazioni della Bici Elettrica https://www.coast2coast.it/11-consigli-autonomia-prestazioni-bici-elettrica/ https://www.coast2coast.it/11-consigli-autonomia-prestazioni-bici-elettrica/#comments Sun, 04 Jun 2017 21:45:33 +0000 https://www.coast2coast.it/?p=5456 La […]

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La Bici Elettrica ormai la utilizzo al posto dell’auto per andare al lavoro, come molti.

Alcuni di noi però, usano la ebike non solo in una situazione urbana, ma anche extraurbana. C’è chi usa una bici elettrica urban ma c’è chi invece utilizza la emtb o mountain bike elettrica, in maniera promiscua: di settimana vado al lavoro e per il week end la uso in fuoristrada. Per quanto mi riguarda percorro circa 250 km la settimana, in 6 giorni. La mia è una mountain bike elettrica che uso per effettuare 4 volte la settimana un tragitto di 50 km circa su strada, e quindi l’ho adattata a essere il più performante possibile per l’utilizzo “mezzo di trasporto” su asfalto. Per le uscite in fuoristrada, poi, cambio set di ruote che ho già accessoriato per i percorsi pesanti. Naturalmente nessun consiglio a proposito della modalità di assistenza da utilizzare, è ovvio che laddove questa è più bassa , e più fate lavorare le gambe, meno consumate la batteria. Quindi, in gamba!

 

 

 

Un’escursione nei pressi di Dobbiaco sulle Dolomiti con la Lombardo eSestriere: andatura tranquilla e pedalata rotonda.

Qui di seguito voglio condividere le mie esperienze di utilizzo della bici elettrica: 11 consigli  al fine di aumentare l’autonomia della batteria e più performante l’uso della ebike.

  • Se usi una emtb per andare su strada asfaltata monta copertoni non tassellati e adatti all’asfalto, non più larghi di 1.9″. Se invece hai una urban ebike allora monta copertoni da 1,7″. Non ti serve una gran impronta sulla strada e così aumenti di molto la scorrevolezza.
  • Se usi la emtb per il fuoristrda e escursioni xc monta copertoni con taselli bassi e scorrevoli e larghi non più di 2,1″, a meno chè non hai intenzione di fare dell’all mountain oppure enduro, per cui hai bisogno di un anteriore un po’ più performante. In ogni caso il posteriore sempre meno tassellato e più scorrevole.
  • Togli i pesi superflui come il blocco forcella, cavalletto o carterini inutili con cui di solito vengono dotate le bici elettriche dal costruttore. Non appesantire la bici con attrezzatura che non serve: GPS, telefono, cardio, televisore, radio, attrezzi, ricambi..! Ho visto bici elettriche di amici il cui manubrio sembra una consolle da DC9!
  • Non indossare abbigliamento che fa attrito con l’aria, cerca di utilizzare capi aderenti. Ci sono aziende che producono abbigliamento adatto proprio per ebike.
  • Quando lasci la bici in sosta per più di mezz’ora togli la batteria e riponila in un luogo secco, le allunghi l’autonomia e la vita. Se lasci la batteria sulla bici, oltre a correre il rischio che te la possano “asportare”, gli agenti climatici (freddo e caldo, pioggia e umidità) ne pregiudicano la capacità, nel breve, la vita, nel lungo periodo.
  • Se usi un’ebike urban non montare portapacchi, per trasportare piccole cose, come il computer, l’ipad o libri e documenti usa uno zaino ergonomico o una messanger bag, oltre a distribuire meglio il peso sulla bici è un modo più sicuro di trasportare gli oggetti fragili.
  • Potresti montare uno sblocco del Sensore di Velocità o SpeedUp, come ad esempio il Ribelle, di cui presto pubblicheremo la recensione, però ricordati che è illegale, quantomeno utilizzarlo in strade pubblica e invalida la garanzia del sistema elettrico.
  • Non utilizzare le luci della tua bici collegate al sistema elettrico, compra delle luci con ricarica usb, come le CatEye (prossimamente una ampia recensione), o comunque a led che puoi trovare su tutti i siti commerciali a poco prezzo (su tutti Wish e AliBaba).  Le luci non sembra consumino tanta batteria, invece ti assicuro che qualche chilometro in più lo farai se eviterai di usarle. E poi le luci “esterne” a led sono decisamente più efficaci.
  • Se puoi spendere qualche euro, sostituisci il cambio posteriore con uno più performante: le emtb o mountain bike elettriche economiche escono di fabbrica con un cambio 9V e pacco pignoni 11/36;. Monta un 10 velocità: cambio, manettini e  pacco pignoni 11/42, risparmierai un mare di batteria, andrai più veloce e farai meno fatica.
  • Non usare un’andatura a strappi ma una pedalata costante e rotonda anche a bassa velocita e sempre con una marcia leggera (i pignoni posteriori più larghi e la corona anteriore più piccola). Se usi una bici elettrica urban e vai veloce sarai costretto a brusche frenate e ripartenze che costeranno tanta energia alla tua batteria. Stesso discorso per chi usa la mountain bike elettrica o emtb: scatti, strappi, fuori sella, non fanno altro che mettere sotto sforzo il motore e prosciugare la batteria. Stai seduto tranquillo, pedalata rotonda e costante con una modalità di assistenza bassa e una marcia agile che ti aiuta nelle ripartenze. Andrete lontano.
  • Per chi usa una bici elettrica Bosch e deve compiere lunghi tragitti, con lo spauracchio dell’autonomia della batteria, potrebbe affiancare la piccola coroncina del sistema della famosa azienda tedesca con una corona da 36 denti: lasciando alla catena un paio di maglie in più del necessario, quando sarete a corto di energia potete manualmente portare la catena sulla corona più grande  e la vostra pedalata sarà molto più efficiente. Presto un articolo per spiegarvi come fare. Provate per credere!

E aggiungo, su suggerimento di un amico, un dodicesimo consiglio in post scriptum:

  • Per chi usa la bici elettrica in luoghi molto freddi è utile l’utilizzo della protezione per batteria. Questa protezione in neoprene oltre a meglio assicurare la batteria da accidentali urti che potrebbero danneggiarla assicura l’oggetto al telaio in maniera più solidale ed evita fastidiose vibrazioni. Ma l’utilità che più a noi interessa è che la protezione per batteria in neoprene difende dal freddo la batteria evitando disperdio di energia e quindi preservandone l’autonomia. Di protezioni in neoprene per batteria ne esistono parecchie in commercio ma io vi consiglio una soluzione alternativa: acquistate la pancera in neoprene da Decathlon, con pochi euro risolverete un paio di problemi e col fredddo andrete più lontano.

 

 

 

 

 

 

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